Ricerca e sviluppo – credito di imposta

Un credito d’imposta viene riconosciuto a tutte le imprese, quale che sia la forma giuridica, il regime contabile adottato e il settore economico in cui operano che effettuano investimenti in attività di ricerca e sviluppo.

L’agevolazione è riconosciuta nei periodi dal 2015 al 2019, per i soggetti con esercizio coincidente con l’anno solare -, in forma automatica in proporzione alle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti realizzati nei tre periodi di imposta che precedono quello in corso al 31 dicembre 2015.

Le seguenti misure determinano il credito di imposta:

25% con riferimento alle quote di ammortamento delle spese di acquisizione di strumenti e attrezzature di laboratorio e per competenze tecniche private industriali relative a invenzioni industriali e biotecnologiche;

50% limitatamente alle spese per personale altamente qualificato e ricerca extra muros i.e. contratti di ricerca stipulati con Università, enti di ricerca e start up innovative.

Il credito d’imposta spetta a condizione che le spese di ricerca e sviluppo siano state sostenute in misura almeno pari, in ciascun anno, a € 30.000 e fino all’importo annuo massimo di € 5 milioni.

Quali sono le attività di ricerca e sviluppo per ottenere il credito di imposta?

Ricerca Fondamentale

Lavori sperimentali o teorici aventi quale principale finalità l’acquisizione di nuove conoscenze sui fondamenti di fenomeni e di fatti osservabili, senza che siano previste applicazioni o utilizzazioni pratiche dirette.

In merito alle “utilizzazioni pratiche dirette” non devono essere previsti “usi commerciali diretti” dei lavori e delle sperimentazioni riconducibili alla ricerca fondamentale.

Ricerca industriale
  • Ricerca pianificata o indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi o permettere un miglioramento dei prodotti, processi o servizi esistenti;
  • creazione di componenti di sistemi complessi necessari per la ricerca industriale, in particolare per la validazione di tecnologie generiche, ad esclusione dei prototipi di cui alla definizione successiva.
Sviluppo sperimentale
  • Acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica, commerciale allo scopo di produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati;
  • può trattarsi anche di altre attività destinate alla definizione concettuale, alla pianificazione e alla documentazione concernenti nuovi prodotti, processi e servizi; tali attività possono comprendere l’elaborazione di progetti, disegni, piani e altra documentazione, purché non siano destinati a uso commerciale;
  • realizzazione di prototipi utilizzabili per scopi commerciali e di progetti pilota destinati a esperimenti tecnologici e/o commerciali, quando il prototipo è necessariamente il prodotto commerciale finale e il suo costo di fabbricazione è troppo elevato per poterlo usare soltanto a fini di dimostrazione e di convalida;
  • produzione e collaudo di prodotti, processi e servizi, a condizione che non siano impiegati o trasformati in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali.
Studi di fattibilità

Sono tra le attività ammesse nell’ambito dello sviluppo sperimentale, non escludendo tale attività dalla ricerca fondamentale e dalla ricerca industriale.

Sono agevolabili le modifiche di processo o di prodotto che apportano cambiamenti o miglioramenti significativi delle linee e/o delle tecniche di produzione o dei prodotti come, ad esempio, la sperimentazione di una nuova linea produttiva e la modifica delle caratteristiche tecniche e funzionali di un prodotto.

Per informazioni:
info@be-startuplazio.it

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